Le initial public offering (in italiano “offerta pubblica iniziale”) sono sempre sotto la lente d’ingrandimento degli investitori perché rappresentano l’opportunità d’investire in aziende che, fino al momento della quotazione, erano esclusivo appannaggio di angel investors, fondatori o fondi d’investimento. Spesso sono così chiacchierate e attese che nei giorni immediatamente successivi la quotazione il valore delle azioni si gonfia in maniera spropositata, per poi scendere inesorabilmente nei mesi successivi. Tutti d’altronde bramano una partecipazione in una compagnia di successo, il problema è pescare quella giusta tra le oltre 700 aziende che si quotano ogni anno.
Sono infatti sempre di più le aziende che scelgono la strada della quotazione sui listini pubblici. Solo gli indici USA hanno visto crescere il numero delle IPO da 232 del 2019 a 480 del 2020 fino a oltre 700 del 2021. Ho così provato a cimentarmi nella difficile impresa di selezionare 7 aziende quotatosi negli ultimi 12 mesi che, per vari motivi, hanno catturato la mia attenzione. Quella che segue è una lista da usare a puro scopo informativo, non rappresenta pertanto un consiglio d’investimento.
Monday.com
Monday.com è una piattaforma usata per monitorare, pianificare e organizzare il lavoro dei team in campo marketing, IT, sviluppo software, risorse umane e commerciale. Tante altre aziende, come Atlassian e Asana, offrono soluzioni similari ma nessuna di queste ha una crescita del fatturato del 94%. Dietro il successo potrebbe esserci la scelta di non offrire ai clienti un pacchetto preconfezionato, quanto piuttosto una soluzione no-code e low-code (vale a dire senza bisogno di elevate conoscenze di programmazione) che garantisce ai clienti massima flessibilità e ampio margine di personalizzazione. Attenzione anche agli investitori perché tra questi figurano due giganti quali Zoom Video Communications e Salesforce.
Dall’IPO di giugno le azioni sono più che raddoppiate, sopratutto in seguito a una trimestrale che ha sorpreso positivamente i mercati. Sicuramente un’azienda da aggiungere alla vostra watchlist.
Confluent
Spiegare cosa fa quest’azienda è molto complicato, perciò farò un passo indietro portandovi indietro nel tempo. È il 2014 quando i 3 futuri co-fondatori di Confluent lasciano l’azienda in cui lavoravano: LinkedIn. In LinkedIn avevano già fatto qualcosa di grandioso sviluppando Kafka, piattaforma open source nata per risolvere spinosi problemi legati alla gestione dei dati e in seguito “donata” all’Apache Software Foundation. Visto il successo della piattaforma tra gli sviluppatori, i tre hanno capito che il mondo aveva bisogno di una nuova realtà: Confluent.
Confluent is on a mission to set data in motion
Tutti i business stanno diventando “software“: banca, taxi, supermercati, ristoranti. Noi come consumatori vediamo solo la facciata di questi sistemi complessi (front end) ma dietro avviene uno scambio continuo di dati e informazioni. Questo scambio deve avvenire sempre più in real time e da qui l’esigenza di un “cervello” che gestisce questo eterno flusso di dati nel cloud.

Qui potete leggere come numerose grandi aziende tra cui Bosh, Expedia, Generali e Intel stanno implementando la piattaforma di Confluent.
Sicuramente un’azienda da approfondire e da osservare da vicinissimo nei prossimi mesi.
Digital Ocean
Quest’aziende viene spesso paragonata al “Shopify del cloud”, nel senso che così come Shopify ha agevolato le piccole aziende a creare il proprio e-shop, Digital Ocean le aiuta nell’adottare soluzioni cloud. Grazie a un efficace passaparola tra gli sviluppatori, l’azienda sta aumentando velocemente il numero di clienti senza praticamente spendere soldi in campagne pubblicitarie. La domanda è: riuscirà a prendersi una considerevole fetta del mercato previsto valere più di 100 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni? Dovesse riuscirci, il prezzo da pagare per investire oggi su quest’azienda sarebbe davvero irrisorio (ad oggi il market cap è inferiore ai 7 miliardi).
Personalmente ho deciso di aggiungere al mio portafoglio azioni di Digital Ocean già nell’agosto del 2021.
Airbnb
Anche se il noto motore di ricerca per affitti brevi si è quotato alla fine del 2020, ho pensato fosse il caso d’includerlo alla lista perché il valore delle azioni è oggi vicino a quello dell’IPO e perché ritengo rappresenti un’ottima idea d’investimento per il prossimo decennio: forza del “brand”, opportunità, management, TAM. Approfondirò l’azienda in futuro, per ora vi basti sapere che rientra tra gli investimenti che io amo chiamare “no brain”, perché a rischio contenuto ma con buone probabilità di crescita. Assolutamente da aggiungere alla watchlist se non da considerare addirittura come investimento.
Coinbase
Se proprio non ne volete sapere di possedere digital-asset in portafoglio potete sempre approfittare degli spropositati margini che macina Coinbase, uno degli exchange più conosciuti al mondo. Il rischio d’investire su questa azienda è che è i suoi profitti sono strettamente legati ai volumi di scambio e una discesa del prezzo delle principali cryptovalute comporterebbe certamente una diminuzione dei volumi. In ottica di lungo periodo la domanda da farsi è: gli asset digitali continueranno a essere comprati e venduti tra più di 5 anni? Non credo che serva un PhD per darsi una risposta.
Rocket Lab
Di questa lista è probabilmente l’investimento più rischioso, ma non potevo fare a meno di aggiungere un tocco di spazio per non restare solo con i piedi per Terra. E lo spazio è sempre più accessibile grazie ai progressi tecnologici e ad aziende come Rocket Lab e Space-X che sono riuscite a ridurre il costo dei lanci. Nello specifico Rocket Lab è specializzata nel lancio di satelliti di dimensioni contenute, diventando quindi la scelta forzata per le aziende che non vogliono aspettare anni per spedire in orbita con la creatura di Musk. Il management vede il fatturato crescere dagli attuali 67 milioni di dollari a più di un miliardo e mezzo nel 2027. Ci riuscirà? Ai posteri l’ardua sentenza, per ora godiamoci i sempre spettacolari lanci.

Global-E Online
Con Shopify come partner e pre-IPO investor dovreste drizzare immediatamente le antenne e aggiungere alla watchlist questo fornitore di soluzioni cloud per aziende che vogliono vendere i prodotti oltre i confini dello Stato in cui operano. Che si tratti di problemi burocratici, di lingua, legati a sistemi di pagamento o di logistica, Global-E Online ha le soluzioni adatte. E se questo non vi dovesse bastare lasciamo parlare i numeri: l’azienda è già profittevole e il fatturato aumenta a tripla cifra anno su anno.
Conclusioni
Questa lista rappresenta meno dell’1% delle aziende quotatosi sui mercati americani nell’ultimo anno ed è quindi altamente probabile che nel restante 99% vi siano aziende che nei prossimi anni saranno di maggior successo. Investire nei primi mesi dopo l’IPO (io stesso l’ho fatto in precedenza, investendo su Unity e Upstart) può essere una buona idea ma il consiglio di massima è di non aver fretta, spesso conviene lasciare che si smorzi l’entusiasmo e con esso il prezzo delle azioni. Un’altra buona regola è quella di aspettare almeno la prima trimestrale così da farsi un’idea più precisa sullo stato di salute finanziario dell’azienda.
E voi avete mai investito su IPO? Quali sono le vostre opinioni su questa lista? Aspetto i vostri feedback o idee nei commenti qui sotto o sul profilo Twitter del blog.
Buoni investimenti a tutti.