I casi d’uso Terra0 e Culture Token

Come promesso nell’articolo SMART CONTRACT oggi vediamo due casi d’uso particolarmente interessanti.

IL CASO “TERRA0

Un esempio complesso e affascinante di smart contract è il caso d’uso della foresta autogestita relativa al progetto “Terra0”, nel quale la gestione del taglio e la vendita di alberi da una foresta in Germania è eseguita mediante uno smart contract sulla blockchain di Ethereum. Droni e satelliti monitorano la crescita della foresta e, valutando quanto legno può essere prodotto e quindi venduto, innescano eventi nel contratto intelligente, come i contratti di subappalto alle aziende di taglio legna per tagliare e vendere la legna.

IL WITHE PAPER

Per studiare e capire qualunque progetto nell’ambito crypto bisogna partire dal Withe Paper che è quel documento in cui il progetto descrive sé stesso, i suoi obiettivi e la sua tokenomics. Una sorta di ciò che nelle aziende vengono definite vision e mission.

L’idea del progetto nasce da questa domanda, presente nel White Paper:

Can an augmented forest own and utilize itself?”

ossia, come afferma l’ideatore del progetto Paul Seidler: “agenti non umani – siano essi entità naturali o intelligenze artificiali – possono essere proprietari di beni, e se sì, quali caratteristiche comportamentali emergono da questo scenario?”

Terra0 è una foresta in cui il proprietario è la foresta stessa. Si potrebbe vedere come un progetto il cui obiettivo è quello di creare un prototipo di un pezzo di terra auto-utilizzante. Detta così non è molto chiaro, me ne rendo conto. Proviamo a capire meglio:

Terra0 crea uno scenario in cui una foresta è in grado di vendere licenze per tagliare alberi attraverso processi automatizzati, contratti intelligenti e tecnologia blockchain. Così facendo, questa foresta accumula capitale. Il passaggio dall’essere utilizzato all’auto-utilizzo consente al bosco di acquisire valore per mezzo di sé stesso, il che lo porta, quindi, a possedere sé stesso. La foresta aumentata (così come viene definita dagli stessi ideatori del progetto), in quanto proprietaria di sé stessa, è in grado di acquistare nel tempo altro terreno e quindi di espandersi.

IL CASO “CULTURE TOKEN

Questo progetto pilota ha come obiettivo quello di sfruttare la tecnologia blockchain e degli smart contract per ricompensare comportamenti climate-friendly dei cittadini con accessi gratuiti ad eventi culturali. In pratica, se sei cittadino di Vienna allora ti potrebbe convenire spostarti a piedi, in bici o con i mezzi pubblici non solo per essere promotore di una cultura green, sana e attenta all’ambiente ma verresti anche ricompensato ricevendo un token che ti permette di accedere gratuitamente a Teatro, Museo, Galleria d’Arte e Sala Concerti (in futuro altre istituzioni culturali si aggiungeranno). La quantità di token ricevuti viene calcolata, attraverso un’app blockchain Ethereum-based, considerando la quantità di CO2 che un’automobile con motore a combustione emetterebbe per percorrere la stessa distanza.

Lo smart contract in questione quindi genera 1 CULTURE TOKEN ogni 20kg di CO2 risparmiata (per capirci servono circa 2 settimane di comportamento virtuoso per ottenere 1 token)

Per monitorare gli spostamenti dell’utente viene utilizzato il GPS del telefono, ma la privacy sui suoi movimenti è garantita.

L’app KT (KULTUR TOKEN) appartiene a una classe emergente di apps: Sustainability Behavioral Change Apps (SBCAs). Tali apps incentivano i comportamenti umani per accelerare la transizione ad una economia volta a consumare meno energia e materiali. Esistono infatti altre SBCAs che hanno come target quello di ridurre lo spreco di cibo, il consumo di energia o l’utilizzo di materiali come la carta.

Un modello di business sostenibile

Sebbene, come detto, esistono svariate app di questo tipo il modello di business sostenibile del Culture Token è unico nel suo genere in quanto va a mettere in relazione diretta l’incentivare i cittadini a comportamenti virtuosi ricompensandoli con qualcosa di più del denaro: la cultura. L’accesso alla cultura a sua volta eleva il livello medio di conoscenza ed educazione al bello della popolazione. In questo modo, si va a creare un vero e proprio ecosistema in cui le persone sono naturalmente invogliate a comportarsi bene verso l’ambiente e, inconsapevolmente, verso il prossimo.

Fonte: “Kultur-Token” Sustainable Business Model:
Visualizing, Tokenizing, and Rewarding Mobility Behavior in
Vienna, Austria

Conclusioni

Terra0: Il progetto porta a innumerevoli considerazioni e riflessioni in particolare sul tema della proprietà di un bene da parte di un essere non umano. A quali scenari porterebbe? Esiste il rischio concreto che la tecnologia prenda il sopravvento sull’uomo? Inoltre, un progetto del genere può dare una mano in ottica riforestazione (la deforestazione è un problema enorme in svariate parti del mondo), forse il fatto che una foresta possa fare i suoi interessi e non quelli di qualche privato/azienda è una buona cosa?

Dare una risposta non è scopo di questo articolo, né tanto meno ho le competenze per dare un sensato parere sul tema. L’intento è solo quello di portare alla conoscenza di tutti questo progetto che personalmente trovo molto affascinante e di provare a immaginare quante applicazioni simili si potrebbero pensare. Ebbene sì, le cryptovalute (se cosi le vogliamo chiamare) in questo caso Ethereum, possono portare anche a cose del genere, incredibile, vero?!

Culture Token: Questo sistema potrebbe portare a un Win-Win-Win tra Comune di Vienna, cittadini e ambiente. Il comune di Vienna ottiene una riduzione del traffico (il che potrebbe portare a sua volta una riduzione di incidenti e probabilmente di manutenzione stradale) e una città più fluida oltre che meno inquinata, mentre il singolo cittadino è stimolato ad evitare l’automobile, guadagnando non tanto il token in sé, ma soprattutto ciò che ne consegue e cioè più salute, sicurezza e cultura. Infine è anche l’ambiente a beneficiare grazie alla riduzione di CO2 e in generale di smog. Vediamo quindi come si ingeneri un circolo virtuoso che porta tutte le parti a vincere.

Come accennato, alla base di tutto questo ecosistema c’è Ethereum, che si può definire banalmente come una cryptovaluta ma che in realtà è molto di più, è un ecosistema immenso, con un’infità di casi d’uso, su di esso vengono create la maggior parte (anche se stanno aumentando le alternative ad Ethereum come Solana, Avalanche, Fantom per citarne alcune) delle Decentralized Application (dApps), non-fungible token (NFT), e appunto progetti come quelli qui brevemente presentati. Mi piacerebbe fare notare come nell’immagine poco sopra vi sia al centro di tutto l’utente, cosi come accade spesso nei progetti crypto seri, in cui al centro non c’è un’entità centralizzata (una banca o una qualsiasi istituzione) ma ci sono le persone. Sopratutto, è evidente come il progetto “Culture Token” renda così democratica, inclusiva e alla portata di tutti la cultura. Allo stesso modo ci sono numerosi progetti crypto che rendono democratico e inclusivo un certo bene o servizio, basti pensare a Bitcoin e quanto questo network renda disponibile a chiunque la possibilità di avere una riserva di valore, una possibilità di investimento e di invio di denaro inimmaginabili prima d’ora.

Pensiamo, infine, al seguente dato relativo alla quantità di persone adulte che non hanno accesso ai servizi bancari e notiamo come i pallini più grossi sono nelle aree del mondo a più basso reddito. Per usare un’espressione tanto cara ai Cryptotwitter: Bitcoin fixes this. Evidentemente le banche non hanno alcun interesse ad esistere per i poveri, ma per Bitcoin è diverso in quanto a Bitcoin non importa tutto ciò, non ha un CEO che deve fare gli interessi degli azionisti, Bitcoin non deve rendere conto né fare gli interessi di nessuno. Per questo è inclusivo, per questo è democratico, per questo è una tecnologia semplicemente unica e dirompente.

Fonte: Medium

Consiglio vivamente di approfondire entrambi i progetti di cui lascio i link di seguito:

Terra0

Culture Token

Il viaggio continua, ci vediamo alla prossima tappa!

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