Mi rendo conto che parlare di crypto su un blog d’investimenti farà storcere il naso a molti. Nessun libro di finanza, nessun consulente finanziario o Oracolo di Omaha vi consiglierebbe di allocare una percentuale del portafoglio su questi asset. Anzi, è più probabile che vi diranno di starne ben lontani sottolineando che sono veleno per topi.
Tuttavia non si possono ignorare gli sviluppi avvenuti negli ultimi anni riguardanti numerosi progetti legati alla blockchain. Proprio alla luce dei recenti sviluppi e delle opportunità che sono in gioco, ho allocato una percentuale del mio portafoglio personale su questi asset. Credo infatti che azioni, ETF, ETC, obbligazioni e titoli di stato possano pacificamente convivere con alcuni progetti crypto (non le chiamo volutamente cryptovalute perché trovo il termine fuorviante).
Il panorama crypto, complice anche la recente bull run del Bitcoin, è in pieno fermento. Questo articolo è una “guida base” rivolta a persone curiose che vogliono muovere i primi passi nella giungla del crypto-mondo.
Bitcoin
Software, multi-sided network, piattaforma monetaria… Al di là di come lo si voglia definire l’importante è comprenderne la sua funzione come riserva di valore. Per capire il Bitcoin bisogna capire l’oro, e in questo senso fa dieci volte meglio il suo lavoro anche se, chiaramente, non ha applicazioni a livello industriale. Non penso, e non mi auguro, che si possa avverare quanto sostenuto dai massimalisti, ossia che sostituirà tutte le valute del mondo.
L’effetto Lindy teorizza che l’aspettativa di vita di un’idea o una tecnologia non deperibile è proporzionale all’età attuale. In altre parole: se sopravvive per 10 anni è altamente probabile che sopravviva altrettanti anni finché il tasso di mortalità diminuisce a zero. Con l’aumentare della capitalizzazione, in linea teorica, dovremmo anche aspettarci una diminuzione della volatilità.

Ethereum
Ethereum è una blockchain open-source con cui vengono realizzate applicazioni e servizi finanziari sfruttando gli smart contract. È un protocollo su cui poggiano le applicazioni di finanza decentralizzata, le stablecoin, gli NFT, il Web3. Una volta che si aggiornerà a Ethereum 2.0 sarà l’unico asset al mondo a rientrare nelle seguenti 3 superclassi:
-riserva di valore
-capital asset
-commodity
Con l’aggiornamento si potranno avere anche interessi grazie allo staking di Ethereum.
Finanza decentrallizata (DeFi)
Il 2020 è stato l’anno del boom delle applicazioni di finanza decentralizzata. In pochi mesi il capitale affluito nel sistema è passato da poco meno di 1 miliardo di dollari a quasi 50.

Ma di cosa stiamo parlando esattamente? La DeFi è un sistema finanziario aperto a chiunque, privo d’intermediari (come le banche). Per farlo si avvale di blockchain, smart contract e criptografia. Attualmente esistono piattaforme che ti permettono di:
–prestare o ricevere un prestito (a fronte di un collaterale) su applicazioni come Compound
–cambiare le cryptovalute (Uniswap)
-acquistare derivati legati al forex, materie prime o azioni (Synthetix e Kwenta)
-fare margin-trading (Fulcrum)
-acquistare assicurazioni sugli smart-contract (Nexus Mutual)
-condividere dati attraverso framework collaborativi, o oracoli blockchain (Chainlink)
Qui una sintesi dei vantaggi della DeFi vs CeFi (o finanza centralizzata).

Stablecoins
Se il dollaro o l’euro fossero troppo volatili sarebbe un problema per l’economia. Lo stesso vale per la DeFi: per stipulare un contratto serve una “valuta” più stabile. Le stablecoins sono nate proprio per questo motivo: Tether, USD Coin, DAI o Binance USD sono tra le più note. È solo questione di tempo prima che le banche centrali lancino le loro “stablecoin”, altresì dette CBDC, ossia Central Bank Digital Currencies. La Cina guida davanti a tutti avendo già lanciato un progetto pilota.
Non-Fungible Tokens (NFT)
Gli NFT rappresentano la più profonda innovazione (e rivoluzione) riguardante i content-creator. Trattasi di file digitali (audio, video, fotografico etc…) la cui proprietà e unicità è verificata su una blockchain pubblica. Qualcuno potrebbe obiettare: perché dovrei pagare ingenti somme per avere un token digitale di file che posso guardare o ascoltare quando voglio semplicemente cercandolo su Google? L’opera d’arte da sempre può essere copiata e replicata, ma è con l’avvento degli NFT che l’artista può certificare l’esistenza dell’originale. Tra 100 anni l’mp3 di una canzone dei Coldplay scaricata da Youtube varrà zero, mentre l’NFT della stessa potrebbe valere svariate migliaia di dollari. Si aprono nuove possibilità di guadagno per gli artisti.
Le applicazioni degli NFT non si esauriscono qui, pensate per esempio alla possibilità di creare biglietti per eventi (concerti etc…), album di figurine, oggetti rari presenti nei videogiochi.

Web3
Dopo aver vissuto la transizione da web a mobile, stiamo entrando nella terza epoca di internet denominata Web3. Questa nuova era sfrutta la blockchain e protocolli open source per creare un ambiente più “democratico”, dove per esempio i dati sono protetti e non alla mercé del miglior offerente (scandalo Cambridge Analytica). Consiglio la lettura di questo bellissimo approfondimento per scoprire esempi concreti di servizi e applicazioni appartenenti al Web3.
