Avevo solo 10 anni quando Mary Meeker pubblicò il suo primo “Internet Report“. Quindi, mentre io mi preoccupavo di correre alla televisione per non perdermi l’ultimo episodio di Holly e Benji, una delle donne più potenti del pianeta pubblicava oltre 300 pagine di analisi su quella che sembrava una tecnologia capace di cambiare il mondo.
Era il 1995 e internet aveva più o meno questo aspetto.

Da allora internet è cambiato parecchio e il processo non sembra essersi arrestato. Mary Meeker in tutti questi anni ha documentato con estrema chiarezza, e mi vien da dire “devozione“, l’evoluzione di internet e di tutto il business a esso correlato. I suoi report annuali traboccano di dati, analisi e spunti interessanti per investitori o per le persone più curiose. I fattori che hanno reso così famosa e attesa questa presentazione risiedono nell’abilità d’inquadrare i macro trend in atto. Dovessi fare una metafora è come ottenere un GPS ad alta precisione che vi guida verso la meta. Chi non ce l’ha è costretto ad arrangiarsi come può e, inevitabilmente, arriverà dopo a destinazione.
Giusto poche settimane fa è uscito l’ultimo titanico lavoro: Internet Trends 2019. Nel mio piccolo ho cercato di fare un riassunto delle oltre 300 slide che compongono il report mettendo in evidenza i punti salienti ed elencando le aziende che potrebbero beneficiare maggiormente del trend.
Inoltre, leggendo la presentazione, mi sono imbattuto in una slide che ha catturato la mia attenzione perché riguarda noi italiani. Non scherzo dicendo che è la slide che mi ha reso più triste in assoluto. Ne parlo in chiusura a questo articolo un po’ per incuriosirvi e convincervi a leggerlo tutto, un po’ perché credo abbia senso parlarne alla fine e fornire uno spunto di riflessione.
Se prima del riassunto volete dare un’occhiata veloce al report eccolo qui.
Due parole su Mary Meeker
Mary Meeker è una venture capitalist con un curriculum da far impallidire quello del nostro Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro (scusate, battuta troppo facile avete ragione). Iniziò come analista in Salomon Brothers coprendo il settore tecnologico per poi passare in Morgan Stanley dove, 10 anni dopo, avrebbe seguito lo sbarco in borsa di Google. Nel 2014 Forbes l’ha inserita nella lista delle 100 donne più potenti del mondo. L’anno scorso ha lanciato il suo fondo Bond Capital e ora, più che mai, può dimostrare quanto vale.
Internet nel 2019, cosa aspettarsi dal futuro.
Per la prima volta da quando è stato inventato internet più della metà della popolazione mondiale ha accesso alla rete. A guidare la classifica dei paesi con più internauti c’è naturalmente la Cina, seguita da India e USA. Una platea enorme a cui propinare sempre più pubblicità.
1-Investimenti pubblicitari online
Le vendite degli e-commerce crescono anche se meno velocemente rispetto gli anni precedenti. Aumentano, e di tanto, gli investimenti pubblicitari sulle piattaforme mobile, invariata invece la spesa desktop.
Ciò che mi stupisce particolarmente è la crescita senza sosta degli investimenti nel “programmatic advertising” che va a insidiare l’orticello delle big (Google, Facebook etc…). Pare che l’automatizzazione della vendita degli spazi pubblicitari piaccia accontentando sia chi vende gli spazi sia chi li acquista. In quest’ottica una lista di stock da comprare per accompagnare il trend sono sicuramente The Trade Desk, Accenture, Adobe.
2-La sete di contenuti digitali continua a crescere
Quasi 9 persone su 10 guardano la televisione con lo smartphone in mano. Spesso lo usano per cercare informazioni su ciò che stanno guardando o per consigliarlo a qualche amico. Durante una giornata tipo l’uomo passa mediamente 6 ore del suo tempo fruendo contenuti digitali di vario tipo: video, musica, social, podcast, videogiochi, notizie.
Da evidenziare la crescita di YouTube, a mio parere da imputare anche al boom dei canali dedicati ai bambini (la prossima volta che andate al ristorante fate caso alle decine di bimbi imbambolati davanti a YouTube).
Alphabet è sicuramente in una posizione privilegiata avendo sia YouTube che una nuovissima piattaforma dedicata al gaming in cloud. Facebook ha fatto un ottimo lavoro con Instagram mentre Pinterest ha incredibili potenzialità, forse più di Snapchat. Infine occhi puntati su Twitch (di Amazon) e sulle società di streaming video come Netflix e iQiyi.
3-Gaming
Crescita costante per i videogiocatori sul pianeta Terra.
Attenzione perché i videogiochi sono il competitor principali di servizi di video streaming e dei social. Il player moderno non si limita a giocare un titolo: condivide esperienze, si confronta con altri player, partecipa a eventi online e offline. In poche parole costruisce cerchie di amicizia intorno a un prodotto. Tutto questo grazie a piattaforme come Discord (un’app per la messaggistica avanzata) e Twitch.
4-Freemium
Il nome indica un modello di business che consiste nell’offrire al consumatore la possibilità di scegliere e usare gratuitamente la versione base di un prodotto/servizio oppure la versione premium a pagamento. Questa strategia è stata sfruttata per prima dai produttori di videogiochi (sopratutto per le piattaforme mobile) ma si sta velocemente espandendo anche ad altri settori. Si pensi in questo senso a Zoom e (conferenze video online), a Dropbox, Wix, Slack o ancora a prodotti per il grande pubblico come Spotify e Deezer.
La gratuità del servizio è un grande incentivo ad iniziare a utilizzarlo facendone aumentare così la diffusione tra amici e parenti. Una volta conquistato l’utente, lo si convince a passare alla versione premium che porta soldi che a loro volta portano investimenti in ricerca e innovazione. Un circolo vizioso che piace e che potrebbe essere esteso ad altri settori.
Immaginate una compagnia telefonica che vi garantisce gratuitamente la linea di casa comprensiva di internet a 1MB con la possibilità di navigare più velocemente pagando XX€ al mese.
5-Cloud
Le foto che scatti con il tuo smartphone è molto probabile che siano al sicuro su Google Foto o altri servizi cloud similari. La musica che ascolti è sui server di Spotify piuttosto che in formato mp3 sul tuo smartphone e così via. L’adozione di tecnologie cloud viaggiano a doppia cifra rispetto a 5 anni fa.
Cosa ci riserva il futuro? Probabilmente i software tenderanno sempre più a girare in cloud piuttosto che sui nostri PC e questo impatterà positivamente sulle aziende che avranno costi inferiori per l’aggiornamento delle macchine. Aumenterà lo smart working in quanto i lavoratori potranno accedere a software e dati di cui hanno bisogno da qualsiasi piattaforma. Altri vantaggi sono i backup garantiti, la flessibilità nel richiedere più o meno potenza di calcolo, maggior efficienza del reparto IT. Tra le aziende che potrebbero essere direttamente interessate dalla crescita del cloud cito Okta, Docusign, Twilio, Yext.
6-Data
Possiamo vedere la raccolta dei dati come il grande nemico da cui difenderci, oppure possiamo accoglierla come un’opportunità, quella di migliorare la qualità della nostra vita. Ogni nostra azione viene letta, registrata e analizzata con il fine di prevedere e rispondere meglio ai nostri futuri bisogni, in maniera più efficiente e personalizzata.
7-Educazione online
L’educazione si paga sempre più cara e a farne le spese sono le fasce di popolazione meno abbienti. Coursera, piattaforma web che offre corsi di laurea online, è nata proprio per andare incontro ai bisogni di quella fetta di popolazione che per motivi logistici, o economici, non può permettersi di seguire un corso offline. In Italia esistono molte altre piattaforme simili come Pegaso, Ecampus etc…. Nel caso di Coursera sono sempre di più le università aderenti che offrono corsi di laurea a prezzi competitivi.
Per corsi più business oriented c’è invece Udemy che offre lezioni via web a partire da poche decine di euro. Ancora più curioso e intrigante il servizio offerto da Lambda School che fa pagare il corso solo nel caso lo studente trovi un lavoro con uno stipendio alto. Quizlet si pone come strumento per aiutare gli studenti a studiare meglio. Rivolto ai più piccoli c’è Vip Kid (valutata nel 2018 3 miliardi di dollari) piattaforma di e-learning che permette ai studenti Cinesi di avere un tutor americano o canadese per imparare la lingua inglese.
Impressionante anche il boom d’iscritti a canali Youtube dedicati all’educazione come Ted o Crash Course.
8-Healthcare
Il penultimo capitolo del report è dedicato a come la tecnologia sta trasformando l’healthcare americano. La diffusione della cartella clinica elettronica ha quasi raggiunto il 100% delle strutture agevolando così interoperabilità e analisi predittive.
Collective Medical ambisce a chiudere il gap tutt’ora aperto tra i diversi istituti con il fine ultimo di curare meglio il singolo paziente, una sorta di cloud di strutture mediche che attingendo da miliardi di dati può fornire una cura più efficiente. Zocdoc è una sorta di marketplace della sanità che permette ai pazienti di fissare appuntamenti nel giro di poche ore. Teladoc (TDOC) offre visite mediche da remoto, Nurx è come un e-shop dei farmaci e via dicendo.
E le big di internet non stanno certo a guardare. Apple, Google, Microsoft hanno già da tempo aperto rami di ricerca.
Conclusioni e slide bonus
Viviamo in un’epoca straordinaria ma pochi sembrano averlo realizzato. La tecnologia corre così velocemente che a volte ne siamo sopraffatti, rimaniamo paralizzati a guardare da spettatori passivi il mondo che cambia con quella strana sensazione di sentirci già vecchi e superati. Un ricordo polveroso.
Io penso che il report della Meeker dovrebbe trovare spazio sulle prime pagine delle testate anziché occupare un trafiletto qui, un articolo lì, quattro parole in un podcast di un qualche nerd. Penso che dovrebbe essere obbligatoriamente letto e studiato da tutti i licei d’Italia per stimolare la creatività e la competizione. E invece guardate dove siamo! Ve lo faccio vedere nella famosa slide misteriosa.
Siamo al primo posto dei paesi con il maggior numero di persone ad aver paura di rimanere senza lavoro. Significa che se non siete voi a preoccuparvi, molto probabilmente lo è il vostro vicino di scrivania. Siamo dietro alla Turchia. All’Ungheria. Al Perù. Siamo all’ultimo posto in una delle fasi più espansive e rivoluzionarie della storia dell’umanità. Io faccio il pendolare e quasi tutti i giorni, sui treni, sento gente dire: “…Con la crisi che c’è oggi!”. Ma cazzo, mi verrebbe da rispondergli, siamo come cavalli con un paraocchi: non siamo neanche in grado di vedere che gli altri, la crisi, l’hanno lasciata alle spalle da un pezzo.
Sono un po’ triste quindi a entusiasmarmi leggendo ogni slide di questo meraviglioso “Internet Trend” per poi prendere consapevolezza che il nostro paese, da che era Illuminato, è rimasto al buio.
Spero di non avervi tediato, buoni investimenti a tutti.
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